Angeli sulla punta di uno spillo di Jurij Družnikov

Nel 2001 Jurij Družnikov fu candidato al premio Nobel, ma non sempre il Nobel riesce a premiare i grandi letterati. Dopo essere stato censurato in patria per quindici anni, lo scrittore emigrò negli Stati Uniti d’America nel 1987 e riuscì ad ottenere una cattedra presso la University of California, a Davis.
Leggere “Angeli sulla punta di uno spillo”, edito in Italia da Barbera Editore, ci fa cogliere subito il grande scrittore, facendoci ricordare il grande Bulgakov de Il Maestro e Margherita. Ed è un romanzo piacevole da leggere proprio oggi che nella grande Russia capitalismo e il comunismo sembrano coesistere in una combinazione sfuggente. C’è il comunismo a rovescio, con i privilegi e la corruzione dei vecchi apparatchiks e un aggressivo capitalismo di mercati fatto di operatori commerciali, mafia, racket, tasse indirette, e il rischio di venir assassinati per pochi spiccioli. E, inoltre, ci sono i fascisti: una nuova versione dei cosiddetti comunisti patriottici. Il tutto era già prevedibile negli anni della fine dell’URSS. Jurij Družnikov è scomparso il 14 maggio 2008 all’età di 75 anni.
Il romanzo ci porta a Mosca, sul finire degli anni ’60. Makartsev, caporedattore della Pravda, è colpito da un infarto vicino al palazzo del Comitato centrale del partito comunista, dove ha partecipato a una importante riunione. Il suo cuore è ormai indebolito, dopo una vita trascorsa in un continuo stato d’ansia per il tentativo tenace di seguire fedelmente la linea del partito, di fare propaganda ortodossa, di mostrarsi incessantemente come un comunista impeccabile. È ciò che succede al cuore che è costretto a vivere sotto la dittatura. La misteriosa comparsa sulla sua scrivania di un manoscritto clandestino, un samiszad, e, per sovrappiù, un manoscritto sovversivo gli dà il colpo di grazia. Da dove viene? Chi l’ha visto? Che fare? E il Marchese De Custine che irrompe da un’altra dimensione?
Questo romanzo che si pone sulla scia delle grandi opere satiriche russe ha venduto 250.000 copie nella sua prima edizione ed è stato prescelto dall’Unesco come il migliore romanzo contemporaneo in traduzione.

Carlo Marino

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