Francesca d’Aloja è nata e vive a Roma. Attrice e regista, ha debuttato nella narrativa nel 2007 con il romanzo Il sogno cattivo, seguito da Anima viva nel 2015, entrambi pubblicati da Mondadori. Cuore, sopporta è il suo terzo romanzo nel quale l’autrice si interroga su quanto sia ingannevole la conoscenza delle persone, e mette in scena un eccezionale affresco sui rapporti d’amore, di amicizia e di sangue. Nulla esiste al mondo di più simile e nulla di più distante di due sorelle; nessun segreto dovrebbe sussistere tra due vere amiche. Due sorelle divise da un travolgente destino. Bisogna perdonare per continuare a vivere? Oppure il perdono non è che una scorciatoia, un modo di nascondere la realtà?
Qual è il motivo che porta Adele a ritirarsi in una villa isolata di fronte al mare? Da cosa fugge? Cosa l’ha ferita? Aveva raggiunto tutto quanto si può desiderare: un lavoro, un’amica speciale, una sorella adorata anche se tanto diversa da lei, Nina, e soprattutto un grande amore, Thomas, il ragazzo “con un viso da apostolo”. Una fatalità sembra unire i personaggi, legati dal Libro tibetano dei morti come da un lungo filo rosso che attraversa le loro vite. Sin dall’infanzia, Adele è governata da un costante senso di insicurezza, mentre Nina è sfrontata e incosciente; una è mossa da un fortissimo bisogno di consenso, l’altra si è sempre presa ciò che la vita ha potuto offrirle, anche a costo di compromettere gli equilibri. Adele e Nina, unite da uno sconfinato amore reciproco. Adele sembra aver rinunciato a comprendere l’enigma della vita: fino a quando, nel silenzio della pineta dove si è rifugiata, farà irruzione una presenza misteriosa e tutto ciò che aveva un aspetto inanimato tornerà a respirare, e a vivere.
Ma il destino sembra concedere privilegi e infliggere punizioni in maniera scriteriata, casuale. Una serie di scoperte che colpiscono al cuore i personaggi del romanzo condurrà a una verità sconvolgente.
“Cuore, sopporta” alterna magistralmente il tono brillante e deciso della commedia ad atmosfere inquiete, dove tutto sembra sospeso e minaccioso. Una linea sottile separa la felicità dal disinganno, la bellezza dal dolore.
Carlo Marino