Il Frutto della Conoscenza di Liv Strömquist, fumetto-manga-vademecum, pubblicato per i tipi di Fandango è un testo epico e disincantato, di quelli da proporre in lettura perché intrisi di verità. Da proporre in lettura a ragazze e ragazzi. Naturalmente. Si tratta di un’opera che, attraverso l’arte del fumetto, affronta temi profondi che hanno inciso e ancora influenzano la visione del mondo non soltanto nell’Occidente cosiddetto all’avanguardia. E’ un libro adatto a tutti che ci riferisce che cosa accomuna sant’Agostino, gli inquisitori, Jean-Paul Sartre, John Harvey Kellogg degli omonimi cereali e Sigmund Freud. Il volume vuole essere un’epopea dell’oscurantismo che ha occupato insistentemente l’attenzione di medici, pensatori, sessuologi e Padri della Chiesa, rigorosamente uomini, dall’origine dei tempi e a qualsiasi latitudine: l’aver dedicato troppa attenzione all’organo sessuale femminile. I protagonisti “negativi” di questa storia dell’umanità hanno via via proposto fantasiose e rovinose operazioni chirurgiche, se erano medici, sostenendo che la masturbazione provocasse il cancro, oppure, si sono sforzati di rintracciare nella grandezza delle piccole labbra segni del diavolo se erano teologi e inquisitori… Il volume offre al lettore un caleidoscopio di assurdità andate avanti attraveso secoli di repressione e silenzio, con una carrellata che va dagli antichi Greci, dalle donne preistoriche, dalla Bella Addormentata fino alle divinità indiane, ai libri di biologia e alle pubblicità di assorbenti. L’autrice di fanzine, la svedese Liv Strömquist che si è dedicata al fumetto dopo gli studi di scienze politiche, con successo e con pennellate di humour, solleva il velo che nasconde l’organo sessuale femminile, in questo che è un libro esilarante e documentatissimo, il documento unico di un vero disastro storico-sociale. Il volumetto è utilissimo per non cadere più in idee preconcette, travestite da convinzioni diffuse e teorie blasonate, inaccettabili dal buonsenso. E soprattutto per non restare più intrappolati dalla logica di chi racconta a suo modo il corpo femminile, per dominarlo. Oggi più che mai si tratta di un testo a dir poco cruciale per sopravvivere in un’epoca di fondamentalismi, anche sessuofobici, che tentano di tornare a galla con prepotenza . E’ senza dubbio il miglior fumetto in giro, un atto di accusa irridente, politicamente scorretto, che sposta il baricentro del discorso di genere, riportandolo all’origine del mondo.
Carlo Marino