“Gaetano Salvemini. Scuola, Politica, Storiografia e Federalismo”

Giovanni Nigro, da studioso delle opere dello storico e del politico meridionale ripercorre la complessa e vivace personalità umana e culturale di Gaetano Salvemini, (Molfetta 1873 – Sorrento 1957) dai primi anni del XX secolo sino alla morte.  Il suo libro, di recente pubblicazione per i tipi di Paguro: “Gaetano Salvemini. Scuola, Politica, Storiografia e Federalismo” non trascura i tratti salienti della biografia del Salvemini: le sue critiche rivolte a Giolitti, il tormentato rapporto con il Partito Socialista,  l’impegno antifascista, il periodo dell’esilio americano. Infatti, nel 1925 Salvemini, va ricordato, fondò il quotidiano clandestino antifascista Non mollare!: arrestato, espatriò in Francia, dove fu tra i fondatori di Giustizia e Libertà, riparando poi appunto negli Stati Uniti. L’autore passa dall’analisi dell’uomo politico alla illustrazione del tema centrale del libro, cioè di come la concezione pedagogica salveminiana fosse tutt’uno con la sua visione politica. Rilevante anche l’esame della concezione del federalismo e delle  soluzioni pensate per la questione meridionale: il punto basilare del federalismo di Salvemini, infatti, suggestionato notevolmente  dalla riflessione del Cattaneo, consisteva nella proposta di demandare ai “comuni perfettamente autonomi”, e quindi alle regioni, le competenze negli ambiti che andavano a interessare direttamente il territorio e la vita quotidiana dei cittadini, (oggi si chiamerebbe “sussidiarietà”) mentre lo Stato centrale doveva rappresentare l’unità nazionale nel contesto internazionale, innanzitutto per questioni concernenti la politica estera. Per il Salvemini fu determinante il nesso tra socialismo e questione meridionale ed il volume del Nigro ne approfondisce correttamente anche il concetto di democrazia, caratterizzato dall’antitesi democrazia-dittatura nonché il  successivo avvicinamento all’elitismo del Mosca e l’impegno storiografico, sintesi tra metodo filologico-erudito ed analisi dei rapporti di classe.

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Carlo Marino

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