I “peccati originali” dell’Unione Europea secondo Andrew Spannaus

Il 10 settembre, in una gradevole serata settembrina romana, esaltata dallo splendido panorama che si godeva dalla “Secchia Terrace” della John Cabot University, si è tenuta la presentazione del libro di Andrew Spannaus, analista politico statunitense, dal titolo: Original Sins, Globalization, Populism and the Six Contradictions Facing the European Union (Mimesis International 2019, 86 pagine).

Andrew Spannaus
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Ma quali sono i “peccati originali” di cui si parla nel testo, sicuramente provocatorio e utile, ma che denota una buona conoscenza dei meccanismi alla base dell’Unione Europea?
«I peccati originali – original sins – al centro del testo sono identificabili con i motivi alla base della trasformazione della Comunità europea in Unione. La Ue è nata per rispondere a nuove esigenze di pace, diritti umani, forza economica, rapporti con gli Usa, difesa comune, geopolitica. Ma poi, nella sostanza, gli interessi delle oligarchie hanno prevalso su quelli collettivi, dei popoli dei singoli stati», ha chiarito Andrew Spannaus.
Da tale situazione – ha sottolineato l’autore – sono sorte le reazioni populiste, sovraniste e antisistema, che non potranno essere acquietate, per fare l’esempio italiano, “con un governo in sintonia con la Commissione europea”.

L’autore che ha scritto, tra l’altro, il libro “Perché vince Trump” nel quale previde la vittoria dell’attuale Presidente USA, per quanto riguarda l’attuale situazione storica dell’Unione Europea suggerisce: «Per superare le contraddizioni e i peccati originali dell’Ue, è necessario rompere con gli errori del passato e ritornare alla sovranità democratica delle nazioni, promuovendo il benessere comune, nell’ambito di una cooperazione sovranazionale, che non va esclusa, ovviamente».

In tal senso, Spannaus ha citato la Pace di Vestfalia del 1648, con la quale terminò la Guerra dei Trent’anni, che era imperniata su un concetto: «Lo stato è responsabile del proprio territorio e dei suoi cittadini e le altre nazioni non devono interferire».
«Questo significa riconoscere che ogni stato ha degli interessi legittimi, che vanno rispettati nel quadro di una cooperazione reciproca. Oggi, si tratta di evitare – ha concluso l’autore – che prevalgano degli interessi privi di legittimazione democratica e contrari al bene comune, come visto troppo spesso nell’epoca della globalizzazione finanziaria».

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Il Prof. Franco Pavoncello, JCU President e Andrew Spannaus. Photo Copyright © 2019 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency
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