“IL TOPO DEL SOTTOSUOLO” adattamento da Dostoevskij al Teatro Basilica in Roma


Al Teatro Basilica, in piazza San Giovanni, Roma, va in scena liberamente tratto da Dostoevskij dal 24 al 26 gennaio, lo spettacolo IL TOPO DEL SOTTOSUOLO, per la regia di Alberto Oliva. L’adattamento è di Alberto Oliva e Mino Manni.
Le Memorie del sottosuolo occupano un posto centrale nell’ambito della produzione di Dostoevskij. Cronologicamente precedono i grandi romanzi e concludono la fase di opere preparatorie e introduttive ad essi. Dal punto di vista ideologico Le Memorie rappresentano la prima incursione nel campo della filosofia e l’elaborazione chiara e consapevole del tema dell’uomo del sottosuolo, ripreso e presente in tutte le opere successive. La prima parte di Memorie del sottosuolo fu pubblicata nel primo numero del 21 marzo 1864 della nuova rivista Epocha (L’epoca), diretta da Dostoevskij assieme al fratello, dopo che la precedente Vremja (Il tempo) era stata sospesa dalle autorità.
Il 1864 è un anno terribile per Dostoevskij: il 15 aprile muore la moglie, il 10 luglio muore il fratello Michail, poche settimane dopo muore l’amico e prezioso collaboratore Anton Grigor’ev. Il grave dissesto finanziario ereditato con la morte del fratello determinerà la chiusura della rivista (l’ultimo numero è del 22 marzo 1865) e la firma di un contratto capestro con l’editore F.T. Stellovskij
Sulla scena al Teatro Basilica, Svidrigajlov è un giocatore accanito che scommette su se stesso per tutta la vita, giocando ai limiti del consentito una partita senza esclusione di colpi col destino. Si innamora di Dunja, la candida sorella di Raskolnikov. Da questi intrecci Dostoevskij si discosta per conoscere Svidrigajlov dall’interno, penetrando in soggettiva nella sua mente contorta e piena di contraddizioni e narrando il passato di un uomo che si definisce “malato”, come il protagonista delle Memorie dal sottosuolo. Anche lui, infatti, è un personaggio del sottosuolo, anzi, un topo, come quelli che lo assalgono, in un delirio di allucinazioni, nell’ultima notte della sua vita, quella che precede il suicidio, estremo atto finale di coraggio e di sfida alla morte.

Carlo Marino
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