La Bastarda di Istanbul alla Sala Umberto in Roma

Il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk ha dichiarato che l’autrice del romanzo “La Bastarda di Istambul” Elif Shafak è la “migliore scrittrice turca dell’ultimo decennio”.

Nel romanzo di Elif Shafak Istanbul non è vista solo come una città, ma è considerata una grande nave. Una nave dalla rotta incerta su cui da secoli si alternano passeggeri di ogni provenienza, colore, religione. Lo scopre Armanoush, giovane americana in cerca delle proprie radici armene in Turchia. E lo sa bene chi a Istanbul ci vive, come Asya, diciannove anni, una grande e colorata famiglia di donne alle spalle, e un vuoto al posto del padre. Quando Asya e Armanoush si conoscono, il loro è l’incontro di due mondi che la Storia ha visto scontrarsi con esiti terribili: la ragazza turca e la ragazza armena diventano amiche, scoprono insieme il segreto che lega il passato delle loro famiglie e fanno i conti con la storia dei loro popoli.

Serra Yilmaz photo copyright by Carlo Marino European News Agency

Si tratta di un’affascinante saga familiare multietnica, popolata da meravigliosi personaggi femminili, da storie brucianti e da segreti indicibili che legano Istanbul all’America e la Turchia all’Armenia.

Elif Shafak in questo romanzo si rivela indiscussa protagonista della letteratura turca, grande conoscitrice del passato e profonda osservatrice del presente del suo Paese. Alla Sala Umberto in Roma è possibile assistere dal 15 al 25 marzo alla messa in scena teatrale del romanzo di Elif Shafak. Serra Yilmaz, attrice amatissima e irresistibile affabulatrice nonché testimone vivente della fecondità del dialogo interculturale è tra i protagonisti della messa in scena teatrale di Angelo Savelli, autore di una ardita e ben riuscita riduzione del complesso romanzo e saldo timoniere di un cast di attori di grande spessore. Si tratta di un vero e proprio viaggio teatrale nella cattiva coscienza di una famiglia e di un popolo, veleggiando tra gli scogli della tragedia e le onde dell’ironia, mentre all’orizzonte scorrono le mobili e colorate video-scenografie di Giuseppe Ragazzini.

Carlo Marino

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