Liberty bar

Nel diciassettesimo dei settantacinque romanzi dedicati al personaggio del celebre commissario Maigret , “Liberty bar”, Georges Simenon (nato a Liegi, il 13 febbraio 1903 e deceduto a Losanna, il 4 settembre 1989), scrittore prolifico fino alla bulimia, lo invia ad Antibes, sulla Costa Azzurra. Maigret deve indagare “con la massima cautela” il caso dell’omicidio di William Brown, accoltellato alle spalle. Si tratta di un australiano che aveva militato nei servizi segreti francesi. In riviera Maigret scopre che Brown aveva vissuto in una villa ridotta malissimo con la sua amante, Gina Martini, e con la madre di quest’ultima. Come ossessionato da questa triste vita Brown si allontana almeno una volta al mese da Antibes per recarsi a Cannes e rifugiarsi al Liberty Bar un locale frequentato da infelici quanto lui. Ma il dilemma come al solito in una vicenda poliziesca è:  l’omicidio “cui prodest?”

Anche in questo caso l’atmosfera è molto densa, quantunque i colori pastello della Costa Azzurra sostituiscono le brume nordiche attraverso cui sovente si aggira il commissario. Anche in Liberty bar tutte le possibili maschere che vengono fuori dai protagonisti del racconto, tra prostitute, albergatori, figli, concubine, eredi e diseredati, siano donne o uomini, sono ben definite. Lo scrittore anche in questo caso riversa nella semplicità il suo genio.

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