Melampo di Ennio Flaiano è in scena al Teatro Vittoria in Roma fino al 10 febbraio con la regia di Massimo De Rossi.
E’ sicuramente un progetto importante portare in scena Ennio Flaiano in questo momento storico perché l’autore aveva previsto molto della nostra epoca.
La pièce Melampo venne scritta e ambientata negli Stati Uniti d’America nascendo nel solco di una crisi profonda fatta di incertezze e ambiguità verso il reale. Il cane Melampo, citato in “Pinocchio” di Collodi era morto, e il contadino, suo padrone, mise al posto suo Pinocchio a fare la guardia. E anche sulla scena Melampo non appare, se ne sente soltanto l’abbaiare fugace.
Questa di Flaiano è una pièce posseduta dalle nevrosi e nella quale sincerità, amore e angoscia si mescolano. L’autore partì per gli Stati Uniti alla ricerca di valori nuovi, rifiutando i cascami della realtà culturale romana. E il protagonista del testo non è il cane Melampo, che è soltanto il “deus ex machina” che fa scattare la storia tra “Io” narrante e gli altri personaggi. L’Io è in preda alla crisi e inventa di volta in volta la confessione semi-autobiografica che fa lo stile scarno e attraente dell’autore e che gli attori, in scena a Roma, interpretano facendo percepire al pubblico attento il vuoto minaccioso che circonda la realtà. Flaiano si tuffa con disperata allegria nel caos delle relazioni umane e ci fa capire dove nasce la dissezione-corrosione che ha portato alla “società liquida” in cui siamo immersi.
Carlo Marino
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