“Non si uccidono così anche i cavalli?” di Horace McCoy alla Sala Umberto in Roma

 

Horace McCoy scrive nel 1935 “Non si uccidono così anche i cavalli?”. Nel 1969 il regista Sidney Pollack gira l’omonimo film che partecipa al Festival di Cannes fuori concorso e ottiene anche un Oscar per il miglior attore non protagonista. Alla vesione teatrale di  “Non si uccidono così anche i cavalli?” è stato assegnato il premio Camera di commercio delle Riviere liguri, destinato allo spettacolo di maggior successo del 52.mo Festival di Borgio Verezzi. L’opera di Horace McCoy , dopo aver chiuso brillantemente l’edizione 2018 del Festival, viene ripresa alla Sala Umberto di Roma dal 25 settembre al 14 ottobre, per poi andare in tournée nella seconda parte della stagione invernale.

Anni 30:  la storia di Horace McCoy è quella di una folle maratona di ballo dove i partecipanti, in cambio di vitto e alloggio, disperati e in cerca di successo ballano per giorni e notti senza interruzioni, diventando oggetto di scommesse da parte del pubblico. I concorrenti partecipano nella speranza  di vincere un premio in denaro, ma soprattutto per farsi notare dai registi e produttori presenti in sala.  Robert e Gloria, entrambi a Hollywood in cerca di un ingaggio, per sbarcare il lunario si iscrivono alla maratona di ballo nei pressi della spiaggia di Malibu:  i partecipanti devono danzare senza mai fermarsi, fino allo sfinimento. In palio ci sono mille dollari.  La maratona attira sbandati senza quattrini e giovani in cerca di successo, e ben presto si trasforma in una vera e propria lotta per la sopravvivenza, dove non c’è spazio per i sentimenti né per la pietà umana e dove tutto, anche la sofferenza, è ridotto a spettacolo per gli occhi insaziabili del pubblico. Fino all’epilogo macchiato di sangue. Protagonista di questa storia è Joe, un vero e proprio mattatore, organizzatore della maratona di ballo, mentre la coprotagonista Gloria, una delle concorrenti in gara. Entrambi fanno parte del mondo dello spettacolo, entrambi ne sono vittime e alle volte vestono i panni dei carnefici.
L’edizione teatrale è stata adattata da Giancarlo Fares, che ne ha curato anche la regia.La musica e le canzoni in stile swing, elettro-swing e jazz manouche, sono state composte appositamente per lo spettacolo da Piji, pluripremiato cantautore romano, presente da tempo nella scena pop jazz italiana. I musicisti suoneranno dal vivo interagendo con le voci degli attori in scena.Le coreografie sono di Manuel Micheli, già maestro coreografo di charleston e boogie-woogie nel programma televisivo della Rai “Ballando con le stelle”.
Il testo di McCoy è  una storia nera e inquietante che precorre inconsapevolmente i reality dei nostri giorni e la pseudo-vita che scorre ininterrottamente sui social. Questo spettacolo mostra un’umanità variegata, disperata, grottesca. Uno spettacolo emozionante, con toni drammatici e ironici che mostra l’estremo il sacrificio che umanità allo sbando è disposta ad affrontare in cambio del successo.

 

Carlo Marino

 

 

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