Nona edizione di Fruit Exhibition: Marcello Ruvidotti ha ottenuto il Primo premio

Fruit Exhibition è il festival internazionale dedicato alla pubblicazione d’arte di distribuzione indipendente, attivo a Bologna dal 2012. Suo obiettivo principale è dare l’opportunità a un pubblico sempre più ampio di toccare con mano prodotti altrimenti difficili da reperire, come libri d’artista, cataloghi, progetti grafici, riviste, cartotecnica e zine. Ogni anno, contestualmente al market, il festival organizza anche un programma di eventi espositivi, conferenze e workshop.
Il 5 settembre, in occasione della nona edizione di Fruit Exhibition, è stato proclamato il vincitore della seconda edizione del concorso FIP – Fruit Indie Publishing promosso dal festival di editoria d’arte indipendente in collaborazione con Favini per individuare il miglior progetto inedito di libro d’artista o zine a tema viaggio.

Scopo del concorso era quello di fare emergere la diversità e vivacità espressiva del settore editoriale indipendente, per incoraggiare e omaggiare tutti gli artisti e creativi che hanno scelto il libro come forma d’espressione, in quanto media e oggetto d’arte al contempo tradizionale e d’avanguardia.

Il progetto vincitore è stato selezionato in una rosa di dieci finalisti: A Puro Caso di Marcello Ruvidotti; An airport where planes don’t land di Camilla Mazzocato; Hidden Hills di Cornelia Thonhauser; La palette bretonne di Daria Tommasi; Paràdeisos di Roberta Esposito; Sedra di Marta Guidotti; Sound Envelopes di Nicoletta Favari; Sul Drago Playground di Irene Penazzi; Terminal di Alessandro Didio e Vago di Margherita Borghesi.
Il primo premio è stato assegnato a “A Puro Caso” di Marcello Ruvidotti in quanto “opera sulla scoperta, sulla memoria e sulla ricerca sul passato in chiave contemporanea attraverso un viaggio nel tempo ma anche nello spazio”.Marcello Ruvidotti, fotografo e videomaker, ha trovato le lettere scritte da suo nonno a sua nonna a partire dal 1941, quando ancora non si conoscevano — lui era al fronte mentre lei era una volontaria, una delle cosiddette “madrine di guerra” che scrivevano ai soldati e mandavano qualche piccolo regalo, tenendo alto il morale. Attraverso quelle lettere, l’artista ha ricostruito il lungo cammino del nonno, tra l’Albania, i Balcani, la pringionia in una campo nazista e poi il ritorno in Italia. Nel 2017 Ruvidotti ha deciso di percorrerlo anche lui, fotocamera alla mano. Nel libro gli scatti dei luoghi attuali si alternano alla riproduzione fotografica delle lettere originali: passato e presente si intrecciano e si sovrappongono l’uno all’altro in un itinerario per immagini e parole che è intimo e affascinante, valorizzato da un progetto grafico pulito ed elegante, che lascia all’immaginazione di lettrici e lettori spazio e agio per riempire i vuoti.
Carlo Marino
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