OTTO DONNE E UN MISTERO al Teatro Quirino in Roma

Robert Thomas nato il 28 settembre 1927 a Gap, Hautes-Alpes, Francia e scomparso nel 1989 a Parigi, è lo pseudonimo di Robert Albert Louis Thomas. Come attore e drammaturgo è conosciuto per OTTO DONNE E UN MISTERO (2002), Mon curé chez les Thaïlandaises (1983) e Friend of the Family (1964). 
Il Teatro Quirino in Roma propone, dal 2 al 14 aprile, la pièce nella traduzione di Anna Galiena con l’adattamento di Micaela Miano e
 con ANTONELLA PICCOLO CLAUDIA CAMPAGNOLA
 GIULIA FIUME MARIACHIARA DI MITRI. Con la regia di GUGLIELMO FERRO, i personaggi e interpreti 
in ordine di entrata in scena saranno:
Sig.ra Chanel Antonella Piccolo, 
Louise Giulia Fiume, 
Mamy Paola Gassman
, Suzanne Claudia Campagnola
, Gaby Anna Galiena
,Augustine Debora Caprioglio
,Catherine Mariachiara Di Mitri, 
Pierrette Caterina Murino. 
Lo spettacolo, della durata di un’ora e cinquanta minuti incluso intervallo, è ambientato nel giorno di Natale. Nevica e sembra una giornata perfetta, i regali sono sotto l’albero, le luci e le
 note festose hanno invaso le stanze e su tutto domina un profumo da
 donna.
Di quale donna, delle otto che sfarfallano in casa?
Forse quella che ha pugnalato Marcel, tagliato i fili del telefono, trasformando una bella dimora
 di campagna in una prigione di paura.
E quando il fiato è sospeso, alla fine sotto quel profumo di donna si scopre un gran lezzo di morte.
C’è un mistero e intorno a esso… otto donne. Adesso nella pièce è tutto perfetto.
La struttura drammaturgica della commedia thriller di Robert Thomas è un marchingegno perfetto per sedurre lo spettatore contemporaneo ormai abituato alla nuova generazione di
criminologia psicologica.






Thomas, come i grandi scrittori, sa dosare lo humour 
 noir transalpino, con maestria fa emergere la comicità ed il sarcasmo della vita che si oppone alla morte.



E lo fa attraverso la figura madre: la donna.
Ne sceglie otto: le più diverse, perché non sono personaggi ma personificazioni distinte della 
stessa identità-matrice. Come una Grande Madre che si fa Natura, Madonna, Dea, Terra e
 Morte.
 Attrici femminili di
 talento andranno a scandagliare le profondità drammaturgiche del testo con i loro segreti. Ambizione, visioni interpersonali a dir poco perverse, arcaica animalità. L’autore fa venire fuori per questi personaggi femminili un solo fine: la famelica, darwiniana, volontà di sopravvivenza.

Carlo Marino

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