SI NOTA ALL’IMBRUNIRE (Solitudine da paese spopolato) al Teatro Quirino in Roma

SILVIO ORLANDO va in scena dal 21 gennaio al 2 febbraio al Teatro Quirino in Roma con SI NOTA ALL’IMBRUNIRE (Solitudine da paese spopolato) per la regia dell’autrice Lucia Calamaro.

Lucia Calamaro è considerata come una autrice e drammaturga italiana di nascita sicuramente, ma di matrice culturale anche europea e sudamericana, per le sue vicende biografiche: nata a Roma, a tredici anni si trasferì a Montevideo, in Uruguay, per seguire il padre diplomatico. In Sud America incominciò la sua formazione, che proseguì poi a Parigi, dove si laureò in Arte ed Estetica all’Université de Paris Sorbonne. Nel 1998 la Calamaro partecipò alla creazione di una nuova disciplina: la Ethnoscénologie (studio comparativo di spettacoli in vivo), insieme al sociologo Jean Duvignaud e al professor Jean-Marie Pradier, fondatori della disciplina.
Il suo è un teatro essenzialmente fondato su una lingua intrisa di disincanto, di “fado” si direbbe in portoghese, dolorosa e affascinante nel contempo. La dilatazione del suo narrare , un ibrido tra realismo e fantastico, potrebbe far pensare anche al cileno Roberto Bolaño.
Si nota all’imbrunire, affronta temi universali attraverso storie personali. Tra i testi di Lucia Calamaro: Guerra (2004), Cattivi maestri (2005), Tumore (2006), Autobiografia della vergogna (2008), Diario del tempo (2014).”L’origine del mondo” ha vinto il premio Ubu 2012 come miglior nuovo testo italiano. “La vita ferma” ha debuttato nel 2016 al Festival di Terni ed è stato poi riproposto con grande successo al Teatro India di Roma, al Franco Parenti di Milano e all’Odéon di Parigi. Alcuni dei suoi lavori sono stati raccolti nel volume “Il ritorno della madre”, a cura di Renato Palazzi (Editoria & Spettacolo 2013).

Nelle NOTE DI REGIA la Calamaro ha scritto:
“Questo spettacolo, che ha trovato nella figura del padre un interprete per me al tempo insperato e meraviglioso: Silvio Orlando, trova le sue radici in una piaga, una maledizione, una patologia specifica del nostro tempo che io, personalmente, ho conosciuto anche troppo. La socio-psicologia le ha dato un nome: “SOLITUDINE SOCIALE”. A mettere in luce i rischi di questa situazione sono stati due studi presentati al 125° incontro annuale dell’American Psychological Association (APA). Essere isolati dalla società è un male oscuro e insidioso. Tutti noi infatti, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno del contatto con gli altri, un bisogno che ci permette di sopravvivere. La preoccupazione insorge ancora di più se si pensa che questo tipo di “solitudine estrema” si sta espandendo e continuerà a crescere nei prossimi anni tanto che La Francia ha creato “la giornata della Solitudine” e l’Inghilterra ha istituito, addirittura, un ministero della solitudine. Secondo gli esperti potremmo trovarci alle prese, e non solo nei paesi più ricchi, con un’epidemia di solitudine. Diffusa oramai anche tra i giovani. Silvio Orlando è, secondo me, un attore unico. Capace di scatenare per la sua resa assoluta al palco, le empatie di ogni spettatore, e con le sue corde squisitamente tragicomiche, di suscitare riquestionamenti, emozioni ed azioni nel suo pubblico. E insieme ci piace pensare che gli spettatori, grazie a un potenziale smottamento dell’animo dovuto speriamo a questo spettacolo, magari la sera stessa all’ uscita, o magari l’indomani, chiameranno di nuovo quel padre, quella madre, quel fratello, lontano parente o amico oramai isolatosi e lo andranno a trovare, per farlo uscire di casa. O per fargli solamente un po’ di compagnia”.

Carlo Marino
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