Uno Nessuno Centomila di Luigi Pirandello alla Sala Umberto di Roma

In occasione del 150esimo anniversario della nascita di Luigi Pirandello (Girgenti 1867 – Agrigento 1936), con l’adattamento e la regia Alessandra Pizzi, alla Sala Umberto in Roma dal 20 al 30 aprile 2017, andrà in scena Uno Nessuno Centomila di Luigi Pirandello, opera pubblicata prima a puntate sulle pagine della rivista “Fiera letteraria”, e successivamente in volume. Uno spettacolo che riesce a condensare il pensiero dell’autore nel modo più completo. Pirandello stesso, in una lettera autobiografica, lo definisce come il romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita.”  La regia rende omaggio all’opera del sommo autore siciliano attraverso l’adattamento teatrale del più celebre dei suoi testi che assomma introspezione, saggistica filosofica e psicoanalisi : “Uno, nessuno e centomila” è un’opera di lunga elaborazione, di accanita stesura, che informa di sé la rimanente produzione pirandelliana. E’ la storia di un uomo Vitangelo Moscarda (Gengé per gli amici)  presentato come un uomo del tutto comune e normale, senza nessun tipo di angoscia né di tipo esistenziale né materiale: conduce una vita agiata e priva di problemi grazie alla banca (e alla connessa attività di usuraio) ereditata dal padre. Gengé, però, sceglie di mettere in questione la propria vita, a partire da un dettaglio, minimo, marginale. L’ appiglio è un appunto, una banale considerazione che viene dall’esterno. I dubbi di un’esistenza si dispiegano intorno ad un particolare: un banale e innocente commento pronunciato dalla moglie di Vitangelo riguardo al fatto che il suo naso penda un po’ da una parte. Le cento maschere della quotidianità, lasciano il posto alla ricerca del Sé autentico, vero, profondo. La scrittura dagli accenti fortemente ironici rende la situazione incredibile, grottesca, accentuando gli equivoci. La vita si apre come una matrioska, e nel fondo appare l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a volte può significare fare i conti con il nessuno. Pur di assaporare la vita nella sua pienezza il prezzo da pagare, però, sembra equo.

Il testo pirandelliano viene sottoposto ad una nuova e originale messinscena in grado ridisegnare il rapporto, all’interno dello spazio scenico, tra la parola e gesto.

Enrico Lo Verso è Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza tempo”. Con un’interpretazione naturalistica, immediata, “schietta”, volta a sottolineare la contemporaneità di un messaggio universale, univoco, l’attore trasmette al pubblico l’inquietudine della ricerca della propria essenza. La ricerca pirandelliana che vaga nella Waste Land nella quale, oggi più che mai, ci si sente immersi.

Carlo Marino

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