“Il Postulato di Jacopo Araldi” di Gino Bernardi

Il “Postulato di Jacopo Araldi” di Gino Bernardi, scrittore casertano dotato di grande stile affabulatorio, si regge su una trama che si dipana, con un effetto drammatico, realistico, come una confessione. Il racconto di Jacopo e Simona comincia sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, con l’avanzata degli alleati nella provincia di Caserta e, nonostante i numerosi avvenimenti e personaggi descritti, ( epico il personaggio di “Ass ‘e bastone”) solo nel finale – dopo 384 pagine- si fanno i conti con la Storia.
Nello scrittore è forte il desiderio profondo di creare un argine al “nazifascismo imperituro” con un romanzo in cui è presente un altissimo livello di idealismo letterario.

L’autore si rivela un fine conoscitore della tragedia del Secondo Conflitto mondiale e della deportazione dei cittadini italiani di religione israelita, ma non vuole portarla sulla carta senza sottoporla ad uno speciale trattamento di verifica storica: l’intervista al capo della comunità ebraica napoletana che ha offerto materia sicura alla struttura della narrazione.

Nell’armonica finzione romanzesca, composizione del caos informe della vita associata, il narrato si avvale di un patto col lettore, il quale fino all’epilogo del racconto, viene trascinato in un mondo di verità rimesso in sesto, sui suoi giusti cardini, in un’epoca in cui il «negazionismo» dei fatti storici prende spesso il sopravvento.

È un turbine di narrazioni e non c’è filtro nella scrittura di Gino Bernardi le cui parole vibrano con la forza di una sferza su una pagina bianca dove, perenne, emerge il grido di denuncia storica del male infiltratosi un tempo nella società italiana. Gli orrori ricorsivi del “fascistibile” come direbbe lo scrittore Giulio Castelli che negli anni  Settanta descrisse la fisionomia letteraria di un personaggio molto frequente nel tessuto sociale italiano: il «fascista possibile».

Dal libro di Bernardi vengono alla luce obitori dello spirito, buonisti e revisionisti, di cui si traccia la geografia, senza concedere sconti a nessuno. Un’analisi spietata del migliore degli inferni possibili – quello in cui, nonostante il vissuto storico, in Italia si è costretti a vivere.

C’è chi ha scritto che:« Non ci sono grandi scrittori e scrittori mediocri: ci sono uomini dotati di coraggio e uomini che non ne hanno. I primi, talvolta, diventano grandi scrittori».  

Carlo Marino 

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