La Défaite de l’Occident di EMMANUEL TODD

La Défaite de l’Occident ( La disfatta dell’Occidente)di EMMANUEL TODD è stato pubblicato nel gennaio 2024 per i tipi del prestigioso editore francese Gallimard e non è ancora stato pubblicato in italiano. 

L’autore parte dall’implosione dell’URSS che ha rimesso in moto la storia dopo aver gettato la Russia in una violenta crisi. Tale evento epocale, creando un vuoto globale, aveva risucchiato gli Stati Uniti, nonostante essi stessi fossero in crisi fin dal 1980. Tutto ciò innescò un movimento paradossale scatenando l’espansione conquistatrice di un Occidente che si stava già consumando a partire dalle proprie radici. 

Secondo l’autore, antropologo economico, la fine del protestantesimo ha portato l’America, per fasi, dal neoliberismo al nichilismo;  la Gran Bretagna, dalla finanziarizzazione alla “perdita del senso dello humour”, mentre il “grado zero della religione” ha portato l’Unione Europea al suicidio.

Tra il 2016 e il 2022 il nichilismo occidentale si è fuso con quello ucraino, nato dalla decomposizione della sfera sovietica. Insieme, NATO e Ucraina si sono scontrate con una Russia stabilizzata, tornata una grande potenza, ora conservatrice e rassicurante per il resto del mondo che non vuole seguire l’Occidente nella sua avventura. I leader russi hanno deciso di intraprendere una guerra di stallo: hanno sfidato la NATO e hanno invaso l’Ucraina.

Mobilitando le risorse dell’economia critica, della sociologia religiosa e dell’antropologia del profondo, Emmanuel Todd ci offre un tour del mondo reale, dalla Russia all’Ucraina, dalle ex democrazie popolari alla Germania, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia e agli Stati Uniti, senza dimenticare il “Resto del mondo” la cui scelta ha in qualche modo già deciso l’esito della guerra.

Si tratta di un libro sconcertante che offre allo stesso tempo analisi, intuizioni e prospettive. Coloro che si aspettano uno studio tradizionale della politica estera rimarranno delusi; ma sbaglia chi critica questo saggio perché non si presenta come un lavoro accademico pieno zeppo di note. Questa non è l’intenzione dell’autore. “La disfatta dell’Occidente” è un’opera molto personale dove Todd non esita ad esprimere le sue opinioni , lasciando di fatto il lettore libero di condividerle o meno.

La visione dell’antropologo è guidata in particolare da due scenari atti a comprendere l’evoluzione del mondo attuale. Il primo riguarda la struttura familiare: la famiglia comunitaria dove prevalgono autorità e uguaglianza, la famiglia cosiddetta  “souche” dove l’autorità si combina con la disuguaglianza, e la famiglia nucleare dove prevale la libertà. 

Il secondo strumento di analisi impiegato in questo volume riguarda l’evoluzione della religione nelle società, e l’autore invita il lettore a scoprire tre fasi successive: religione attiva, periodo segnato dall’assiduità religiosa ma soprattutto da alti tassi di fertilità; “religione zombie” dove le tracce della religione rimangono ma le pratiche – e la fertilità – svaniscono. In questo libro l’autore aggiunge la fase del “grado zero della religione”, in cui le società si liberano da dogmi, pratiche e divieti; l’adozione del “matrimonio per tutti” è per l’autore la data cruciale di tale livello. L’applicazione di queste due griglie interpretative alle nazioni che si stanno affermando o si stanno indebolendo invita alla riflessione.

Il libro cerca così di comprendere le due sorprese riservate dalla guerra in Ucraina: come la Russia si è rivelata più solida di quanto pensassero i “decision makers”occidentali e come l’Ucraina si sia rivelata più resistente di quanto ci si immaginasse . La stabilità russa, ha ottenuto l’effetto opposto delle sanzioni occidentali sulla sua economia, offrendo ai russi la possibilità di trovare comprensione e persino sostegno nel resto del mondo “non occidentale” dopo l’invasione di parte dell’Ucraina: fatto che merita attenzione, perché le previsioni di un rapido collasso dell’economia russa sono oggi ampiamente contraddette. Allo stesso modo, l’Ucraina, descritta ieri come uno Stato fallito e corrotto, si è dimostrata capace di una feroce resistenza, mobilitando energie, ovviamente nell’ovest del paese, ma anche nelle regioni di lingua russa. Nelle pagine  di Emmanuel Todd si trovano innumerevoli osservazioni e una conclusione che va in controtendenza rispetto alla narrazione occidentale dominante: nonostante la sua profonda crisi demografica, con un PIL più o meno equivalente a quello dell’Italia, la Russia è riuscita a mantenere la sua stabilità nonostante una guerra ferale . Riguardo all’Ucraina, Emmanuel Todd evoca “l’alleanza dell’ultranazionalismo dell’Occidente ucraino , dell’anarco-militarismo del Centro del Paese contro la parte russofila, molto indebolita dalla fuga delle sue élite. Ed è proprio tale nuova, ridotta e concentrata nazione ucraina che ha resistito efficacemente all’attacco russo”. Ma, dopo il fallimento della controffensiva del 2023, “sappiamo che la Russia non sarà sconfitta. Allora perché accontentarsi di una guerra infinita? L’ostinazione dei leader europei diventa un tema di studio affascinante” per l’autore. E il fatto di ricordare il costo delle politiche fatte di sanzioni, di sostegno finanziario e militare che gli europei hanno concesso all’Ucraina fa capire perché il libro ha suscitato tante reazioni ostili! Ma difendere il pluralismo delle opinioni e la libertà di espressione deve rimanere un imperativo.

Nel prevedere una sconfitta per l’Occidente, l’autore si sforza di individuarne i punti deboli. Riprendendo le tesi di Max Weber, ricorda prima il legame tra il protestantesimo e l’affermazione del capitalismo in Europa e poi negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo lui, il protestantesimo si trova  “allo stadio zero”. Si sono persi di vista i suoi valori, i suoi ideali: il gusto del lavoro, il rigore morale, l’educazione e la libera ricerca. E secondo l’autore: “zero protestantesimo = zero nazione”. Si resta sorpresi dall’applicazione di tale principio al Regno Unito, dove il voto a favore della Brexit assomiglia molto a un’affermazione della libertà nazionale. Ma è anche vero che nell’opera di Emmanuel Todd non si rinviene un’analisi del fenomeno che preoccupa i paesi occidentali: l’arrivo massiccio di immigrazioni da lontano, che alimenta le paure delle classi lavoratrici. Infatti, non sono più i valori tradizionali del protestantesimo ad alimentare il senso nazionale, è piuttosto la paura di un’immigrazione incontrollata. Applicando il suo principio agli Stati Uniti, Emmanuel Todd ci avverte: «Chiedo al lettore di scusare la schematicità dei tre capitoli che saranno dedicati agli Stati Uniti (…) Il mio scopo non è raggiungere un alto livello di perfezione accademica , ma contribuire alla comprensione di un disastro in corso». In effetti, il lettore resta sconcertato dall’affermazione di un “livello zero di protestantesimo” negli Stati Uniti, segnato dall’influenza degli ambienti evangelici sulle campagne elettorali e sui risultati elettorali raggiunti da Donald Trump. Per l’autore, l’evangelizzazione è un’eresia senza alcun collegamento reale con il protestantesimo classico,  la cui influenza è diminuita a partire dagli anni Novanta. A questo punto, spetta al lettore giudicare. Si enumerano le gravi debolezze della società americana: la violenza, la carcerazione di massa, le sparatorie dei killer improvvisati, l’obesità, ma anche la dipendenza da tutto quanto è produzione economica a causa dell’economia del dollaro, dell’indebolimento dell’industria dovuto alla globalizzazione e di un sistema che favorisce le attività finanziarie. Tutto ciò sta trascinando il dibattito politico nel baratro mentre sulla scena resta lo scontro tra populismo ed elitarismo. A costo di incorrere nella critica di restare affascinati dall’America degli anni Cinquanta, come non sottolineare la vitalità americana anche nelle nuove tecnologie, nell’intelligenza artificiale, nello spazio, con il clamoroso successo di SpaceX, l’attesa riconversione all’auto elettrica,  l’Inflation Reduction Act, per non parlare dell’energia (per il 2024 è previsto il record di 12,8 milioni di barili al giorno di petrolio e gli Stati Uniti sono diventati, grazie al gas naturale liquefatto, uno dei maggiori esportatori mondiali), e in totale presentano una crescita tre volte più forte di quella europea. È, però, necessario cercare le principali tendenze a lungo termine: l’Occidente ha cessato di essere il padrone del mondo. Per l’antropologo Todd ci si sta dirigendo verso la sua sconfitta o verso un nuovo equilibrio, dove “il resto del mondo” diventa un attore principale. L’autore ha un merito immenso: quello del coraggio. Non esita a condividere con il pubblico le sue convinzioni e intuizioni. A costo di affrontare una pioggia di critiche. Ma tale coraggio costituisce il miglior servizio che si possa rendere alla libertà di pensiero. Affermare la propria visione del futuro non garantisce la vittoria della realtà, ma il conformismo è sempre una sconfitta dello spirito.

CarloMarino 

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