Francesco: il Papa delle donne.

È fresco di stampa il volume di Nina Fabrizio dal titolo: “Francesco il papa delle donne “ pubblicato per i tipi della San Paolo.
Scrivere di un Papa è sempre una sfida ma lo è ancora di più se il Papa è nel pieno del suo pontificato ed è un Papa gesuita che sta portando avanti una vera e propria rivoluzione nel mondo cattolico.

Francesco è il Papa che più conosce le donne. Le ha frequentate da arcivescovo a Buenos Aires, le ha incoraggiate come nessuno prima in Vaticano. Bergoglio conosce la sofferenza di tante donne che hanno lottato: per ritrovare figli, parenti, per rivendicare i propri diritti, per liberarsi dagli sfruttatori, per guadagnare la dignità. E conosce anche le donne che, fuori e dentro la Chiesa, operano per un movimento dal basso che conduca a una rivoluzione gentile grazie alla quale le donne non siano più schiave, in nessun ambito, ma consapevoli portatrici di contributi autentici e singolari nella società. Nina Fabrizio si impegna anche a raccogliere dati di tipo sociologo per verificare l’operato di Papa Bergoglio in favore della presenza femminile in Vaticano.

Nei sette anni di pontificato di Francesco le donne hanno conquistato l’11% degli incarichi di vertice in Curia romana (9 su 79) (4 Sottosegretarie, 1 direttore Musei Vaticani, 1 vicedirettrice sala stampa, 1 capo ufficio Biblioteca apostolica, 1 coordinatrice mensile Donne Chiesa mondo). Secondo l’ultimo dato disponibile, raccolto nel Fondo pensioni vaticano, i dipendenti vaticani in ruolo iscritti al Fondo, nel 2018, sono 4730, dei quali 1125 donne, quindi circa il 24%.
Inoltre, l’autrice sottolinea che Papa Francesco è stato il primo Papa a concedere un’intervista ad una giornalista donna.
È stato poi il primo Papa a denunciare il femminicidio, il Primo Papa ad aver fatto “mea culpa” per i clienti cattolici della prostituzione.
 Durante il Sinodo sull’ Amazzonia, dell’ottobre 2019, sono state ascoltate molte donne attiviste, tra le quali anche Judite da Rocha Coordinatrice nazionale del Movimento delle vittime delle dighe (simbolico).
Last but not least, Francesco è riuscito anche far passare il paragrafo su diritti delle donne nella Dichiarazione sulla fratellanza firmata con i capi religiosi musulmani, tra cui l’ imam di al Azhar, Al Tayyeb, ad Abu Dhabi.

«La Chiesa riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società, con una sensibilità, un’intuizione e certe capacità peculiari che sono solitamente più proprie delle donne che degli uomini. Ad esempio, la speciale attenzione femminile verso gli altri, che si esprime in modo particolare, anche se non esclusivo, nella maternità. Vedo con piacere come molte donne condividono responsabilità pastorali insieme con i sacerdoti, danno il loro contributo per l’accompagnamento di persone, di famiglie o di gruppi ed offrono nuovi apporti alla riflessione teologica. Ma c’è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Perché il “genio femminile” è necessario in tutte le espressioni della vita sociale; per tale motivo si deve garantire la presenza delle donne anche nell’ambito lavorativo e nei diversi luoghi dove vengono prese le decisioni importanti, tanto nella Chiesa come nelle strutture sociali» (Evangelii gaudium, 103). Così Francesco.

Carlo Marino
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