Il Borghese gentiluomo di Molière a Roma

Il Borghese gentiluomo al Quirino di Roma (Foto © by Carlo Marino)
Il Borghese gentiluomo con Emilio Solfrizzi al Teatro Quirino (Foto© Carlo Marino)
Il Borghese gentiluomo con Emilio Solfrizzi, Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Nico Di Crescenzo, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Lydia Giordano, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Roberto Turchetta (Foto © by Carlo Marino)

 

Dal 18 al 30 aprile il Teatro Quirino di Roma presenta Il Borghese gentiluomo di Molière con Emilio Solfrizzi. Le bourgeois gentilhomme, (I67O) appartiene al genere della comédie-ballet e quest’opera fu commissionata da Luigi XIV per lo svago della corte. Si compone di cinque atti, inframmezzati da intermezzi musicali danzati che si devono alla penna del celebre operista Jean-Baptiste Lully. Con leggerezza e fantasia, Jean-Baptiste Poquelin, più famoso come Molière mise in scena un ricco borghese e la sua smania di inserirsi nel mondo aristocratico.

Il signor Jourdain, figlio arricchito di un mercante di stoffa, vuole atteggiarsi a gran signore. Adulatori e scrocconi, però, lo raggirano assecondando la sua follia, pur di ottenerne un guadagno: maestri di musica, di ballo, di scherma e di filosofia. Si fa “mungere” anche da Dorante, conte spiantato e privo di scrupoli, che lo contraccambia  in complimenti. Inoltre, Jourdain è ben risoluto a far sposare la figlia Lucilla unicamente ad un nobile.  Cleante, però, è l’innamorato privo di quarti di nobiltà che, pur di riuscire a conquistarla al padre, si fa passare per il figlio del Gran Turco inscenando una pittoresca cerimonia per conferire al signor Jourdain la gran dignità di “Mammalucco”. A nulla valgono le lezioni di buone maniere: alla smodata ambizione del bourgeois gentilhomme fa da contraltare la sua natura grossolana e rozza, che lo espone a burle e sberleffi culminanti comicità della scena finale: la “cerimonia turca”, appunto, delle nozze della figlia, vera pantomima grottesca ed esilarante, farsa, chiassosa e colorata, tipica del teatro comico. A tali stravaganze del borghese gentiluomo controbatte la moglie, donna estremamente pratica e razionale che cerca di farlo rinsavire. Alla coppia dei Jourdain, nella commedia, se ne aggiunge una secondaria, i servitori dei due coniugi: la servetta Nicoletta, simpatica e coraggiosa, e Coviello, innamorati tra di loro. Coviello, vestito da turco e parlando un turco maccheronico, si presenta a Jourdain e gli fa credere che il figlio del Gran Turco, di lignaggio reale, è qui per sposare sua figlia Lucilla.

Jourdain, lusingato dalle promesse di nobiltà, cade nel tranello e ne nasce un sensazionale balletto-farsa. Di fronte all’ennesimo rifiuto del ‘borghese’ di dare in sposa sua figlia al non nobile ragazzo che ama, tutti d’accordo gli giocano la beffa finale e anche la moglie che, pur criticandolo aspramente lo ha sempre protetto, gli si schiera contro lasciandolo definitivamente solo nella sua folle utopia.

Al termine della vicenda Jourdain continuerà a sognare tutto quello che non potrà mai avere, come succede ai grandi personaggi comici del teatro di Molière.  Si può ben dire che quest’opera costituisce uno degli archetipi della cultura europea: quello dell’ambizioso, del  “caimano”, dell’arrivista, del conformista tout court.

Carlo Marino

 

 

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