Ancora una volta per Tucidide di Peter Handke

Peter Handke è nato il 6 dicembre 1942 a Griffen, in Carinzia. È considerato uno dei massimi scrittori austriaci viventi. Nel 1961 iniziò a studiare giurisprudenza ma nel 1965 interruppe gli studi dopo la pubblicazione del suo primo romanzo. Da allora in poi è sempre stato uno scrittore indipendente.
Nel 1966 fu protagonista di un sensazionale abbandono all’incontro del “Gruppo 47” a Princeton.
È stato insignito di vari premi letterari tra cui: nel 1967 il Premio “Gerhard Hauptmann”, nel 1972 il Premio letterario “Peter Rosegger”, nel 1973 il Premio “Georg Büchner”ed il premio “Schiller” della città di Mannheim; nel 1978 il Premio “Georges Sadoul”, nel 1983 il Premio culturale della Carinzia, nel 1986 il Premio letterario della città di Salisburgo, nel 1987 il Premio letterario della città di Brema, nel 1988 il Grande Premio Statale Austriaco ecc. Nel 1993 ottenne la Laurea honoris causa all’Università di Eichstätt. Nel 1999 restituì il premio “Georg Büchner” a causa dei bombardamenti della NATO sulla Repubblica Iugoslava. Nel 2002 fu insignito della Laurea honoris causa all’Università di Klagenfurt.
Nel 2008 gli furono assegnati il Premio letterario Thomas-Mann ed Premio Franz-Kafka della società Franz-Kafka, Praga e nel 2009 ottenne un importante riconoscimento dall’ordine letterario serbo.
Vive a Chaville presso Parigi/Francia

Il volumetto “Noch einmal für Thukydides“ (Ancora una volta per Tucidide, Editore Braitan 1997) contiene 11 schizzi in prosa, percezioni di dettagli che Peter Handke, con grande maestria, riesce a ricondurre ad un resoconto di carattere globale. L’autore si sforza di salvare dalla spinta alla distruzione, dall’entropia, l’aura dei fenomeni che egli osserva. È l’intuizione e non l’interpretazione ad avvicinare l’autore austriaco alla cosa in sé. Dai dettagli nascono così epifanie nel senso di James Joyce, viene fuori l’essenza stessa delle cose osservate. Le 11 epifanie di oggetti scandiscono una tendenza verso la totalità, un appiglio al tutto. Il lettore è portato così a vivere una sorta di mitizzazione del mondo.

Carlo Marino

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